L'udienza del tribunale Nestlé a Düsseldorf si è conclusa senza successo per il più grande produttore alimentare del mondo. Il tribunale ha respinto la richiesta di Nestlé di vietare temporaneamente ai concorrenti di produrre capsule di caffè compatibili con le macchine da caffè Nespresso.
Nestlé, ancora monopolista nel mercato del caffè in capsule, è andata in tribunale subito dopo che diverse aziende di caffè hanno iniziato a produrre il loro prodotto in capsule compatibili con le macchine da caffè Nespresso di Nestlé. Queste aziende includono Master Blenders 1753, Betron D. E. e Ethical Coffee. Nestlé ha ritenuto che ciò violasse i suoi diritti di proprietà intellettuale.
Va notato che l'uscita di questa macchina da caffè lo scorso anno ha portato all'azienda 3,5 milioni di franchi svizzeri, che rappresentano circa il 4% delle entrate totali di Nestlé. E le vendite di Nespresso sono cresciute del 20% ogni anno. Considerando tutto questo, oltre al fatto che le nuove capsule sono molto più economiche, è comprensibile che uno dei più grandi produttori di alimenti sia indignato.
Tuttavia, il tribunale di Dusseldorf ha rifiutato di soddisfare la pretesa della società Nestlé in quanto non trovava nei brevetti della società alcuna clausola che indicasse il diritto di fabbricare capsule per macchine Nespresso esclusivamente da società svizzere. Secondo il giudice, le capsule non sono un componente fondamentale della macchina da caffè e non hanno diritto a una tutela separata. La corte ha anche osservato che con l'acquisto di questa attrezzatura, l'acquirente acquisisce tutti i diritti su di essa, il che gli consente di decidere autonomamente quali capsule devono essere utilizzate.
Dopo questa decisione, le azioni di Nestlé a Zurigo sono diminuite dell'1,1%, ma alla fine delle negoziazioni sono nuovamente salite allo 0,6%. Secondo noti analisti, questa udienza è solo l'inizio della "guerra delle capsule" che divampa. In effetti, i rappresentanti di Nestlé hanno già annunciato che presenteranno ricorso contro questa decisione del tribunale, poiché sono fiduciosi nelle loro argomentazioni e nella necessità di proteggere la proprietà intellettuale.
